«Archivio Multimediale degli Attori Italiani», Firenze, Firenze  University Press, 2012.
eISBN: 978-88-6655-234-5
© Firenze University Press 2012

Attore > cinema, teatro
NomeRuggero
CognomeRuggeri
Data/luogo nascita14 novembre 1871 Fano (Pesaro-Urbino)
Data/luogo morte20 luglio 1953 Milano
Nome/i d'arte
Altri nomi
  
AutoreAlbarosa Camaldo (data inserimento 01/02/2006; data aggiornamento: 30/11/2011)
Ruggero Ruggeri
 

Sintesi | Biografia| Interpretazioni/Stile| Testo completo

 

Formazione

L’altro attore citato da Ruggeri come suo maestro è Ermete Novelli, con cui lavora dal marzo 1891 al marzo 1898 prima nella compagnia Novelli-Leigheb, poi solo con Novelli con cui si reca anche in trionfali tournées in Spagna e in America Latina. Così lo ricorda: «Novelli mi ha amato come un figliolo e io l’ho ricambiato pienamente. Uomo indimenticabile, amato da tutti i suoi comici sui quali esercitava un enorme ascendente col semplice mezzo del suo veramente straordinario talento artistico del quale soltanto noi, suoi attori che lo seguivamo da anni e che assistevamo al nascere e al fiorire delle sue interpretazioni potevamo avere un adeguato concetto, assai più esatto e completo di quello che ne potesse avere il pubblico che pur già tanto lo ammirava. Attore meraviglioso, con lui ho fatto di tutto: giovani, vecchi, primi attori, caratteri, perfino il suggeritore.» (Ruggero Ruggeri, Forza e coraggio- e senza alcuna modestia. Dattiloscritto inedito, cit., p. 2, pubblicato passim in Guido Lopez, La “cesta” di Ruggeri, Milano, De Carlo editore, 1980, p. 12).

Ruggeri si pone verso Ermete Novelli, ritenuto già dai contemporanei uno dei migliori attori, con l’atteggiamento del discepolo cercando di assimilare le caratteristiche della sua recitazione. Novelli aveva iniziato la sua carriera come Caratterista e Promiscuo - ruolo secondario che però implica la capacità di interpretare parti sia tragiche sia comiche - favorito dalla sua versatilità. Divenuto Primo attore, si esibisce preferibilmente nei ruoli drammatici.

L’influsso di Novelli su Ruggeri è fondamentale: con Novelli, che fin dall’inizio aveva dimostrato fiducia in lui, egli consolida una personale formula recitativa, proponendosi alle platee abituate a una recitazione istrionesca e caricata, in maniera differente, un po’ statica, con la voce piana, con i gesti controllati e misurati. Il maestro insegna al giovane l’amore per l’essenziale, le velature, la dizione scarnificata così da farlo apparire singolare al pubblico. Novelli, pur sapendo toccare tutti i generi dal comico al tragico, predilige i personaggi il cui mondo intimo sia dominato dai sentimenti, come Papà Lebonnard e Papà Martin dei quali mette in luce la bontà e la generosità. Gli stessi personaggi, con simile caratterizzazione, entreranno a far parte del repertorio di Ruggeri.

Pertanto Ruggeri viene considerato il suo erede: «di Novelli l’attore [...] possedeva nativamente talune qualità. Prima fra tutte la tendenza spontanea a umanizzare i tipi, a riempire lo scarno scheletro che di essi offre il copione di uno spirito sensivo, e di una fiamma sentimentale. [...] Del personaggio, qualunque esso sia [...] egli si forma il concetto di un individuo vivo, agitato perennemente da un suo mondo interiore. Guidato da questo concetto, o piuttosto dominato da questo sentimento, egli si impossessa dunque del personaggio e pur rispettandone lo spirito, spesso e talvolta persino inconsapevolmente lo invade con tutta la propria personalità ed in qualche modo persino lo trasforma» (Dino Bonardi, Il Cuore deserto, Milano, Casa ed. Sociale, 1926, pp. 164-65). Mentre Monti, suo primo maestro, aveva perfezionato alcune qualità già insite nelle caratteristiche recitative personali di Ruggeri, Novelli incide più fortemente con la sua personalità sul giovane: alcuni scatti, slanci, guizzi, che ogni tanto interrompono la pacata e intensa recitazione ruggeriana sono un ricordo di quella movimentata di Novelli.

Momento fondamentale per Ruggeri, che vuole apprendere dal maestro, sono le prove durante le quali Novelli, dotato di un particolare spirito comunicativo e fornito di una lunga esperienza, insegna ai suoi giovani attori a recitare, offrendo le battute al momento giusto, correggendo la dizione e l’accento, modificando i gesti e gli atteggiamenti. Si viene così a formare sotto gli occhi degli allievi il personaggio con evidenza e fantasia anche se si tratta di parti di secondo piano, per esempio macchiette comiche inventate da Novelli in maniera estrosa. Inoltre, per correggere gli errori dei suoi attori, egli, dotato di un naturale istinto di imitazione, riproduce i loro difetti di dizione, l’impostazione errata della voce, così che essi si rendano conto degli sbagli ed evitino di ripeterli.

 
<< Precedente 1   ( 2 )   3   4   Successiva >>
Progettazione tecnica a cura di