Ruggero Ruggeri nasce in una famiglia borghese, che si reca a teatro solo come passatempo. Non frequenta neppure una scuola teatrale, come alcuni suoi contemporanei, ma impara il mestiere dai capocomici e dagli attori con cui lavora nei primi anni della sua lunga carriera, cogliendo da ciascuno insegnamenti utili per migliorare la sua recitazione, che tuttavia resta personalissima, e apprendendo tecniche per gestire la sua compagnia, una volta diventato anche capocomico.
Comincia a formare la sua personalità di attore durante la sua permanenza nella Drammatica Compagnia Italiana Gustavo Modena, in cui resta dal 1890 al 1891, grazie ai consigli della grande attrice Adelaide Tessero, nipote di Adelaide Ristori, che lo prende subito a ben volere, e grazie al proficuo rapporto con il direttore artistico della compagnia Luigi Monti, attore di finissima intelligenza e di rara profondità interpretativa.
Monti è un eccellente dicitore, un preciso interprete, e considera Ruggeri suo discepolo trasmettendogli eleganza, naturalezza della dizione e soprattutto insegnandogli alcune regole per raggiungere un’ottima recitazione: non esagerare mai nella ricerca degli effetti, preoccuparsi, e non rallegrarsi, se il pubblico applaude a sipario alzato poiché è segno di eccesso di ‘colore’. Ruggeri, infatti, non cercherà di fare presa immediata sul pubblico attraverso l’introduzione di effetti adatti a stupire, ma saprà creare negli spettatori un’atmosfera di tensione che dura intatta per alcuni secondi, prima di cedere agli applausi.
Monti capisce che alcune parti devono essere evitate da Ruggeri per non deformare il suo temperamento forzandolo a interpretazioni che non gli si adattano; Ruggeri così, protetto e aiutato da Monti, può approfondire le sue attitudini e irrobustirle, affinarle, mentre viene favorito anche dal diffondersi, già nella seconda metà dell’Ottocento, di una drammaturgia, la ‘commedia sociale’ sia italiana (Paolo Giacometti, Paolo Ferrari) sia francese (Alexandre Dumas figlio, Emile Augier, Victorien Sardou), che bene si adatta alle sue caratteristiche interpretative. Sotto l’abile guida di Monti e della Tessero egli recita per la prima volta alcuni testi che entreranno poi nel suo repertorio: La satira e il Parini e Il duello di Paolo Ferrari, L’amico delle donne di Alexandre Dumas fils.
Così Ruggeri ricorda il contributo di Monti alla sua formazione: «Nella compagnia era Luigi Monti che considero uno dei miei maestri (l’altro è Novelli). La finezza, l’eleganza del suo giuoco e la rara profondità di interprete mi colpirono a tal punto che potrei dire di non aver mai omesso di ascoltare una sola sua scena per tutto il tempo che ebbi la fortuna di stargli a fianco e così me ne imbevvi.» (Ruggero Ruggeri, Forza e coraggio - e senza alcuna modestia, dattiloscritto inedito, Biblioteca dell’Attore di Genova, p.1).
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